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Egitto: «A breve dimissioni di Mubarak» I Fratelli Musulmani: temiamo un golpe

Giovedì, 10 febbraio 2011 • Categoria: Attualità

La situazione in Egitto è giunta ad un punto di svolta. I militari avrebbero infatti preso la situazione in mano e starebbero per deporre il presidente Hosni Mubarak. Una decisione a cui era giunto lo stesso partito del presidente che però vorrebbe per la successione il vicepresidente (e capo dei servizi segreti) Omar Suleiman. Un nome non gradito alla piazza e all'esercito che vorrebbero invece una vera svolta. Fonti dell'emittente tv Al Jazeera hanno detto che l'esercito si è opposto alla diffusione di un discorso in cui il presidente Mubarak avrebbe dovuto annunciare il trasferimento di tutti i suoi poteri a Suleiman.


LA FINE DEL REGIME - «Hosni Mubarak potrebbe lasciare la presidenza, la situazione potrebbe risolversi presto» ha detto il premier Ahmed Shafiq. Conferma il segretario del Partito nazionale democratico (il partito di Mubarak) Hossam Badrawi: «Potrebbe dimettersi entro venerdì, assecondando le richieste del popolo». Badrawi ha detto alla Bbc di «sperare» che il potere passi nelle mani del vicepresidente Suleiman e che probabilmente Mubarak parlerà giovedì sera alla nazione. La Cia prevede che il presidente annunci giovedì stesso le sue dimissioni. La tv Nbc parla della nomina immediata di Suleiman a presidente, mentre secondo fonti citate da Al Jazeera il presidente avrebbe lasciato il Cairo: una versione confermata dai Fratelli Musulmani. La tv Al Arabiya sostiene che Mubarak è diretto a Sharm el-Sheikh con il capo di Stato Maggiore. «Il potere è passato nelle mani dell'esercito» annuncia il sito del partito di opposizione egiziana Al Wafd. La tv di Stato egiziana e la Cnn confermano che Mubarak parlerà giovedì sera ai concittadini. Ma il mistero resta: fonti dell'aeroporto militare confermano che il leader è partito alla volta di Sharm el-Sheikh.

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Guerra al Cairo, spari sulla folla

Giovedì, 3 febbraio 2011 • Categoria: Zone di Guerra

Gli scontri fra i manifestanti anti Mubarak e i suoi sostenitori sono ripresi in piazza Tahrir dopo una notte di violenze. Complessivamente le vittime sono almeno tredici e decine i feriti.

La tv Al Jazira ha riferito che «cecchini» appostati su tetti sparano sulla folla a piazza Tahrir al Cairo. L'esercito è intervenuto con i carri armati per far arretrare i sostenitori del Presidente egiziano Hosni Mubarak, che questa mattina avevano superato il cordone di sicurezza creato dalle forze armate per tenerli a distanza dai manifestanti ostili al regime presenti in piazza Tahrir, al Cairo. 

I  sostenitori del rais sono scatenati: fermano i simpatizzanti della rivolta contro il regime e minacciano i giornalisti e i cittadini stranieri. Secondo fonti locali uno straniero è stato picchiato a morte in Piazza Tahrir. L’identità e la nazionalità della vittima non sono ancora noti. Migliaia di manifestanti che si oppongono al regime sono riuniti da stamani a piazza Tahrir, teatro dal pomeriggio di ieri di scontri fra i sostenitori di Mubarak e gli oppositori.

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Le masse egiziane non saranno alleate di Israele

Giovedì, 3 febbraio 2011 • Categoria: Zone di Guerra

Tre o quattro giorni fa, l’Egitto era ancora nelle nostre mani. Il nostro esercito di esperti – compreso il nostro massimo esperto di Egitto, Benjamin Ben-Eliezer – aveva detto che “tutto è sotto controllo”, che il Cairo non è Tunisi e che Mubarak è forte. Ben-Eliezer aveva detto di aver parlato al telefono con un alto funzionario egiziano, il quale gli aveva assicurato che non c’è niente di cui preoccuparsi. Potete contare su Hosni, in procinto di diventare l’ex presidente dell’Egitto.


Venerdì notte tutto è cambiato. Si è scoperto che le valutazioni dei servizi segreti israeliani, che erano state recitate fino alla nausea dagli analisti di corte, erano ancora una volta, potremmo dire, non proprio il massimo dell’accuratezza. Il popolo dell’Egitto ha voluto dire la sua, ed ha avuto il coraggio di non mostrarsi in linea con i desideri di Israele. Un attimo prima che il destino di Mubarak sia sancito una volta per tutte, è giunto il momento di trarre le conclusioni israeliane.


Non la piaga delle tenebre in Egitto, ma la luce del Nilo: la fine di un regime sostenuto dalle baionette è una fine annunciata. Esso può andare avanti per anni, e la rovina a volte arriva quando meno la si aspetta, ma alla fine arriva. Non solo Damasco e Amman, Rabat e Tripoli, Teheran e Pyongyang: anche Ramallah e Gaza sono destinate a crollare.


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