Il governo decide in extremis di difendere gli 007 per il caso Abu Omar
Domenica, 10 febbraio 2013 • Categoria: Servizi Segreti
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Non meritano attenuanti gli 007 della Cia responsabili della extraordinary rendition di Abu Omar. La Corte d'appello di Milano ha confermato le condanne di primo grado ma è stata più inflessibile del Tribunale perché ha revocato la concessione delle «generiche» ai 23 agenti segreti americani colpevoli del rapimento dell'ex imam di Milano, aumentando gli anni di carcere da scontare: 9, invece di 8, per Bob Seldon Lady, ex capo della Cia a Milano; 7, invece di 5, per gli altri. Quanto agli 007 italiani - secondo l'accusa «complici» degli americani - la Corte ha confermato il «non luogo a procedere» a causa del segreto di stato: prosciolti quindi Niccolò Pollari, all'epoca direttore del Sismi (ora Aise), il suo vice Marco Mancini e altri tre, mentre per Pio Pompa e Luciano Seno è stata confermata la condanna per favoreggiamento, ma la pena è stata ridotta da 3 anni a 2 anni e 8 mesi. Tutto da rifare, invece, a causa di un difetto di notifica degli atti, per Jeff Castelli, ex numero uno della Cia in Italia considerato dall'accusa la «mente» del sequestro insieme a Pollari, nonché per Betty Madero e Ralph Russomanno, prosciolti in primo grado perché coperti da immunità diplomatica. La Corte ha infine confermato la condanna (tranne per Seno e Pompa) al risarcimento di 1,5 milioni di euro in favore di Abu Omar e della moglie