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Fini e D’Alema all’assalto dei servizi segreti

Venerdì, 28 gennaio 2011 • Categoria: Servizi Segreti

Il 14 dicembre, giorno della mancata sfiducia a Berlusconi, il deputato Carmelo Briguglio, finiano «falco», fece un gesto di apparente responsabilità, un passo indietro: «Mi dimetto dal Copasir - annunciò - perché da oggi Fli è passata all’opposizione». Il Copasir è il comitato di controllo sui servizi segreti, a struttura bicamerale, presieduto in questa legislatura da Massimo D’Alema. Composto da dieci tra senatori e deputati, risponde a una rigida regola delle proporzioni: cinque membri alla maggioranza, cinque all’opposizione.

Con il passaggio di Fli alle minoranze, i rapporti interni si erano quindi ribaltati in 4 (maggioranza) a 6 (opposizioni). Si era creata un’illegalità parlamentare con risvolti politici significativi dal momento che da palazzo San Macuto passano molte questioni che riguardano il premier. Quel passo indietro rimetteva insomma le cose a posto. Ma 43 giorni dopo, sorpresa, Briguglio non si dimette più. Ritira la promessa e l’atto formale.

Il deputato che sarebbe dovuto subentrargli, Pietro Laffranco, del Pdl, rimane al palo. Gianfranco Fini non batte ciglio. Il Copasir diventa una commissione fuori legge. E a palazzo San Macuto accade una cosa mai successa nella storia della bicamerale: il Copasir è al momento congelato. L’audizione del sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, prevista per ieri, è stata annullata.

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Copasir, D'Alema attacca: «Il premier deve riferire»

Sabato, 1 gennaio 2011 • Categoria: Servizi Segreti

Va avanti da mesi la sfida D'Alema-Berlusconi sui servizi segreti. Ma ieri il presidente del Copasir ha rilanciato, annunciando una possibile mozione, o una risoluzione, di censura contro il premier in Parlamento nel caso in cui dovesse continuare a snobbare la commissione rifiutando la convocazione per essere ascoltato. Rabbiosa la reazione del Pdl che agita lo spettro, come rappresaglia, di una mozione contro D'Alema per farlo dimettere dalla presidenza Comitato di controllo sui servizi segreti, organismo al momento mancante di due dei dieci componenti (si sono dimessi Briguglio di Fli e Caforio dell'Idv). Il presidente del Copasir chiede da tempo che il premier venga a San Macuto per rispondere di questioni che sono, in tema di servizi segreti, «di esclusiva pertinenza del presidente del Consiglio» e dopo quattro inviti formali, «deliberati all'unanimità», rincara la dose con una intervista a l'Unita: « Se Berlusconi dovesse rifiutarsi ancora di rispondere alla convocazione del Copasir, solleverò il problema nell'aula parlamentare attraverso un mozione o una risoluzione. Un comportamento del genere, in un Paese normale, susciterebbe delle reazioni. Non venire è un atteggiamento che rivela una concezione inaccettabile, sprezzante del rapporto tra governo e Parlamento». Sul tavolo, oltre alla sicurezza del premier, tema su cui ha risposto ai primi di dicembre il sottosegretario Gianni Letta, ci sono altre questioni delicate. A Berlusconi, il Copasir intende infatti chiedere delle volte che ha opposto il segreto di Stato, dal caso Telecom ai dossier di Pio Pompa.

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Due giornalisti inghiottiti dal segreto di Stato

Giovedì, 17 giugno 2010 • Categoria: Misteri inspiegabili

Scomparsi senza lasciare tracce, insomma volatilizzati e in preda all’oblio. I loro nomi non compaiono neppure nelle numerose statistiche dedicate agli operatori dell’informazione e della stampa caduti in ogni parte del mondo. A Beirut, però, il calendario per i familiari di due giornalisti italiani si è inceppato il 2 settembre 1980. I due valenti cronisti sono stati dimenticati anche dalla soporifera categoria e risultano sconosciuti a gran parte dell’opinione pubblica. Italo Toni e Graziella De Palo erano approdati in Libano – senza alcuna copertura editoriale – per indagare sui traffici di armi spediti dal belpaese, o meglio dai boiardi ben attanagliati al timone dello Stato tricolore.  A 30 anni di distanza i loro corpi non sono stati ancora ritrovati, mentre il governo Berlusconi pur sollecitato alla stregua dei precedenti, non rimuove il segreto di Stato, rimodulato maldestramente dalla legge 124 del 2007, che ancora comprende il segreto politico, o meglio fonde e confonde il segreto politico-militare. Aldo Toni (fratello di Italo) e Alvaro Rossi (cugino) non hanno più dubbi: «Loro conoscono la verità in ogni minimo dettaglio, ne siamo certi, altrimenti non ci opporrebbero come fanno dal 1984, il segreto di Stato».

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Berlusconi, "Siamo tutti spiati"

Mercoledì, 16 giugno 2010 • Categoria: Spionaggio

«Così non può essere in un paese civile. Non è vera democrazia, non è tutelata la libertà di parola. Non lo tolleriamo più». Così Silvio Berlusconi sulle intercettazioni, parlando all’assemblea della Confcommercio. «Ditemi se è possibile essere spiati in questo modo». Ha poi ribadito: «Occorre riformare la costituzione». La Carta è stata scritta «in un’altra epoca» e occorre modificarla. C’è una piccola lobby di magistrati e giornalisti che è contro» il disegno di legge del governo, dice il premier. «Noi abbiamo preparato il provvedimento in quattro mesi», ma - racconta il Cavaliere - l’iter si è rivelato lunghissimo.

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