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L' asse speciale con le «spie» dei servizi segreti

Mercoledì, 15 settembre 2010 • Categoria: Servizi Segreti

Una volta Cossiga ha dichiarato: «Come a qualcuno piacciono i fiori, a me piacciono le spie». Spie non nel senso volgare, di delatori, ma spie come agenti dell' arcana imperii, dei segreti del potere, o meglio ancora - spiega Pasquale Chessa, suo confidente ed amico oltre che autore di alcuni libri con l' ex Presidente - «del segreto di Stato». Sì, certamente c' era in lui anche l' aspetto ludico e romanzesco per i servizi segreti, l' amore per l' aneddotica, per la tecnologia (dai telefonini alle email criptate), ma ricorda Chessa, per Cossiga i servizi segreti erano una vera e propria «funzione dello Stato, una funzione della politica, non in quanto scaturigine di ricatti e di dossier (o almeno non solo questo), ma in quanto il monopolio della notizia segreta deve essere dello Stato». Eppure Cossiga, almeno ad un certo punto della sua carriera, quando divenne «il Picconatore», cominciò a divulgare segreti a raffica. Non è una contraddizione? «No», ricorda Chessa che una volta gli fece notare che parlava troppo, anche per essere un sardo. «Lui mi rispose: vedi, i sardi si dividono in due grandi categorie: i sardo-muti e i falso loquaci. Io sono del secondo tipo: i falso loquaci parlano tanto ma dicono solo quello che vogliono. Parlava di quei segreti che ormai potevano essere "derubricati"», perché non servivano più. Era un teorico della deperibilità del segreto di Stato».

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Segreto di Stato

Mercoledì, 18 agosto 2010 • Categoria: Servizi Segreti

Il segreto di Stato è un vincolo posto su atti, documenti, notizie, attività, cose e luoghi la cui divulgazione può danneggiare gravemente gli interessi fondamentali dello Stato. Si tratta di un atto politico che può essere disposto esclusivamente dal Presidente del Consiglio dei ministri in quanto vertice del potere esecutivo.


Quanto agli effetti, il segreto di Stato:



  • impedisce all’Autorità giudiziaria l’acquisizione e l’utilizzazione delle notizie sulle quali è apposto


  • si differenzia dalle classifiche di segretezza (la cui attribuzione ha natura di atto amministrativo) che non sono opponibili all’Autorità giudiziaria

    Considerata l’importanza degli effetti, la legge prevede dei limiti all’esercizio di questa prerogativa del Presidente del Consiglio:



    • limiti oggettivi: il segreto di Stato non può mai riguardare informazioni relative a fatti eversivi dell’ordine costituzionale (ipotesi già prevista dalla legge 801/77) o concernenti fatti di terrorismo, delitti di strage, associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale di stampo politico-mafioso (ipotesi aggiunte dalla riforma)

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Due giornalisti inghiottiti dal segreto di Stato

Giovedì, 17 giugno 2010 • Categoria: Misteri inspiegabili

Scomparsi senza lasciare tracce, insomma volatilizzati e in preda all’oblio. I loro nomi non compaiono neppure nelle numerose statistiche dedicate agli operatori dell’informazione e della stampa caduti in ogni parte del mondo. A Beirut, però, il calendario per i familiari di due giornalisti italiani si è inceppato il 2 settembre 1980. I due valenti cronisti sono stati dimenticati anche dalla soporifera categoria e risultano sconosciuti a gran parte dell’opinione pubblica. Italo Toni e Graziella De Palo erano approdati in Libano – senza alcuna copertura editoriale – per indagare sui traffici di armi spediti dal belpaese, o meglio dai boiardi ben attanagliati al timone dello Stato tricolore.  A 30 anni di distanza i loro corpi non sono stati ancora ritrovati, mentre il governo Berlusconi pur sollecitato alla stregua dei precedenti, non rimuove il segreto di Stato, rimodulato maldestramente dalla legge 124 del 2007, che ancora comprende il segreto politico, o meglio fonde e confonde il segreto politico-militare. Aldo Toni (fratello di Italo) e Alvaro Rossi (cugino) non hanno più dubbi: «Loro conoscono la verità in ogni minimo dettaglio, ne siamo certi, altrimenti non ci opporrebbero come fanno dal 1984, il segreto di Stato».

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