Le guerre asimmetriche, gli ostaggi, le spie
Venerdì, 18 gennaio 2013 • Categoria: Zone di Guerra
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Gli scontri fra i manifestanti anti Mubarak e i suoi sostenitori sono ripresi in piazza Tahrir dopo una notte di violenze. Complessivamente le vittime sono almeno tredici e decine i feriti.
La tv Al Jazira ha riferito che «cecchini» appostati su tetti sparano sulla folla a piazza Tahrir al Cairo. L'esercito è intervenuto con i carri armati per far arretrare i sostenitori del Presidente egiziano Hosni Mubarak, che questa mattina avevano superato il cordone di sicurezza creato dalle forze armate per tenerli a distanza dai manifestanti ostili al regime presenti in piazza Tahrir, al Cairo.
I sostenitori del rais sono scatenati: fermano i simpatizzanti della rivolta contro il regime e minacciano i giornalisti e i cittadini stranieri. Secondo fonti locali uno straniero è stato picchiato a morte in Piazza Tahrir. L’identità e la nazionalità della vittima non sono ancora noti. Migliaia di manifestanti che si oppongono al regime sono riuniti da stamani a piazza Tahrir, teatro dal pomeriggio di ieri di scontri fra i sostenitori di Mubarak e gli oppositori.
Recupero sms cancellati
Tre o quattro giorni fa, l’Egitto era ancora nelle nostre mani. Il nostro esercito di esperti – compreso il nostro massimo esperto di Egitto, Benjamin Ben-Eliezer – aveva detto che “tutto è sotto controllo”, che il Cairo non è Tunisi e che Mubarak è forte. Ben-Eliezer aveva detto di aver parlato al telefono con un alto funzionario egiziano, il quale gli aveva assicurato che non c’è niente di cui preoccuparsi. Potete contare su Hosni, in procinto di diventare l’ex presidente dell’Egitto.
Venerdì notte tutto è cambiato. Si è scoperto che le valutazioni dei servizi segreti israeliani, che erano state recitate fino alla nausea dagli analisti di corte, erano ancora una volta, potremmo dire, non proprio il massimo dell’accuratezza. Il popolo dell’Egitto ha voluto dire la sua, ed ha avuto il coraggio di non mostrarsi in linea con i desideri di Israele. Un attimo prima che il destino di Mubarak sia sancito una volta per tutte, è giunto il momento di trarre le conclusioni israeliane.
Non la piaga delle tenebre in Egitto, ma la luce del Nilo: la fine di un regime sostenuto dalle baionette è una fine annunciata. Esso può andare avanti per anni, e la rovina a volte arriva quando meno la si aspetta, ma alla fine arriva. Non solo Damasco e Amman, Rabat e Tripoli, Teheran e Pyongyang: anche Ramallah e Gaza sono destinate a crollare.
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