La Cassazione regolamenta i software spia
Lunedì, 21 giugno 2010 • Categoria: Sorveglianza informaticaUna nuova sentenza (n.4375) della Cassazione getta nuova luce sui rapporti tra datore di lavoro e dipendenti relativamente all'uso dei sistemi informatici in ufficio. Spesso le sentenze della Cassazione vengono lette con colpevoli generalizzazioni ed eccessiva superficialità, dunque occorre attenersi al testo e limitare la decisione al caso specifico. Ma è un caso destinato comunque a far discutere, poiché boccia il datore di lavoro che ha monitorato le attività di un datore di lavoro sul pc, bocciando le attività extra-lavorative e sfruttando le stesse per giungere al licenziamento dell'addetto.La sentenza è ben riassunta da PMI.it, secondo cui «La suprema Corte ha giudicato illegittimo il licenziamento del dipendente avvenuto per ben due volte con la motivazione di "avere usato internet per ragioni non di servizio in contrasto con il regolamento aziendale", ritenendola una una violazione della riservatezza e dell'autonomia del lavoratore».
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