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Prima dell'estate del 2009, passeggiando per Teheran, era ancora possibile fermarsi in un internet caffè e controllare la propria pagina facebook o rispondere a qualche messaggio di posta sorseggiando uno sharbat. Dopo la contestata vittoria alle elezioni di Mahmoud Ahmadinejad e la sua conferma ufficiale nell'agosto 2009, l'Iran è sprofondato a tutti gli effetti in un clima di "paranoia delle telecomunicazioni". Questo è quanto scrive Narges Bajoghli sul Middle East Research and Information Project in un'analisi dal titolo "Lotta cibernetica".Una lotta iniziata nel giugno 2009 quando la Nokia-Siemens Network conferma di aver venduto al regime iraniano la tecnologia per intercettare le chiamate telefoniche e una serie di strumenti per la censura via web. Oggi gli iraniani sospettano che l'orecchio onnipresente degli Ayatollah sia in ascolto anche quando i telefoni cellulari sono spenti. Nelle riunioni familiari o in occasione di feste nessuno si siede prima di aver spento i telefoni, rimosso la SIM e staccato la batteria. La maggior parte degli iraniani è costretta ad acquistare gli apparecchi forniti dalle compagnie telefoniche nazionali. Un iPhone 4S, col regime sanzionatorio attualmente in vigore, costa l'equivalente di 1600 dollari.
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