Come è fatta una microspia
Martedì, 13 luglio 2010 • Categoria: IntercettazioniAl giorno d’oggi si parla sempre più spesso di microspie, a seguito di alcune attività di intercettazioni riportate dai mezzi di comunicazione di massa, ovvero i mass-media. A volte le microspie sono grandiosi strumenti che portano alla risoluzione numerosi successi investigativi, altre volte invece sono una sorta di maledizione per la privacy o comunque mezzi impiegati per scopi non corretti. L'elemento che attrae l’attenzione di chi osserva una cimice è in genere l'antenna; essa può essere a forma di spirale, circolare, avvolta, rigida, flessibile, lunga, corta, talvolta con forme molto strane e particolari.
Un elemento indispensabile (e talvolta anche un po’ ingombrante) per il funzionamento è la fonte di alimentazione, che solitamente è una pila o un piccolo alimentatore che viene collegato alla rete elettrica 220V. Una microspia emana delle onde elettromagnetiche , per questo necessita di una fonte di energia elettrica per funzionare, in quanto le onde elettromagnetiche rappresentano energia che viene irradiata nell'etere.
Le pile che vengono utilizzate per il funzionamento dell’apparecchio sono nella maggior parte dei casi di piccole dimensioni (spesso una pila tipo transistor da 9V. per i modelli meno professionali, mentre per i modelli più professionali possono funzionare anche con pile tipo stilo, ministilo e "bottone" per orologi, o comunque pile piccole e con basso voltaggio). Il bisogno di contenere nel limite possibile le dimensioni generali spesso incide sull’aspetto estetico dell’apparecchio; vengono utilizzate maggiormente guaine termoplastiche o resine a protezione del circuito, che rendono l’apparecchio simile ad una sorta di piccolo "tubo", ma comunque esistono casi in cui le microspie presentano addirittura il circuito elettronico a vista.
La microspia, sia pur in modo più semplice, funziona con i medesimi principi che sono alla base dell'uso di altri sistemi ad onde radio: basti pensare ad esempio al classico telefono cordless di casa. Chi usa giornalmente un telefono di questo tipo, acquisisce necessariamente le nozioni che sono alla base del campo della propagazione-radio: utilizzandolo quotidianamente ci si può accorgere facilmente, ad esempio, che in casa si telefona ma in garage o in cantina non c’è campo, oppure che in una particolare zona del giardino si sente perfettamente, mentre andando sul retro dell'abitazione il segnale sparisce o risulta disturbato e incomprensibile. Tutto questo è riconducibile alla propagazione delle onde radio (irradiazione elettromagnetica). Così come un semplice telefono cordless domestico, un baby-monitor o un telecomando per aprire il cancello elettrico, anche una microspia è soggetta agli ostacoli legati all’ambiente, ed è limitata dal raggio d’azione, noto anche come "portata". Sono in commercio microspie dalle dimensioni incredibili, anche con grandezze minori al mezzo centimetro cubo di ingombro complessivo. La microspia è operativa su frequenze radio UHF (Ultra High Frequency), che consentono una lunghezza ridotta dell'antenna e canali radio che di solito sono più liberi da altre trasmissioni (salvo gamme radio come es. la 433-434Mhz).
La trasmissione deve essere per forza ricevuta con un apparecchio ricevente, si può dire un "orecchio" per onde radio. Il ricevitore ha il delicato e importante compito di "captare" le onde radio che vengono generate e irradiate dalla microspia e di rendere ben ascoltabile e comprensibile all'orecchio umano il suono rilevato dal microfono del trasmettitore e veicolato a distanza attraverso l'onda radio.
La potenza che irradia una microspia è solitamente molto debole in quanto una delle principali necessità è quella di limitare il consumo di corrente il più possibile, in modo da massimizzare la durata della pila o per poter usare alimentatori di rete elettrica 220V. di dimensioni piccolissime. É questo infatti uno dei motivi per cui il raggio d’azione di una microspia è piuttosto contenuto;(all’incirca100-200 metri in ambito urbano e 500 metri - 1Km, in assenza di ostacoli significativi fra trasmettitore e ricevitore).
Vengono definiti particolari tipi di microspie anche i sistemi GSM infinity, meglio noti come microfoni a "portata illimitata": tali sistemi sono microfoni speciali, i quali sono in grado di trasmettere suoni utilizzando la rete GSM (quella in uso con i cellulari). Anche questi sistemi, come le microspie tradizionali, operano attraverso le onde radio, ma a differenza di esse, hanno il vantaggio di non dipendere dal raggio d’azione; basta infatti che nella zona in cui vengono inseriti ci sia una copertura di rete GSM e grazie ad essa è possibile ascoltare tutto quello che succede ovunque ci si trovi, addirittura anche a migliaia di chilometri di distanza. Nel caso delle reti GSM, grazie ad un gran numero di "ricevitori" (celle BTS) sparsi sul territorio, è stato risolto il problema del raggio di azione delle onde radio; ogni ricevitore viene collegato alla normale rete di telefonia fissa cablata via cavo. I sistemi GSM infinity offrono anche un altro vantaggio; essi non hanno bisogno di un ricevitore specifico. Per chiamare e ascoltare quello che viene rilevato dal microfono, basta avere un qualsiasi telefono fisso o cellulare. Tuttavia sono sorte anche delle grandi controindicazioni, primo fra tutti è il costo di esercizio (per ascoltare bisogna chiamare il sistema, quindi fare una normale telefonata), segue poi l'alto consumo di energia in trasmissione (da 40 a 60 volte superiore rispetto ad una microspia), può subentrare anche il rischio di disturbare altri apparecchi elettronici (con una sorta di "ronzio" elettromagnetico generato dalla trasmissione GSM), inoltre possono essere facilmente rilevati da strumenti per bonifiche elettroniche anche di tipo palmare ad uso personale ed infine l'ingombro e il peso di tali strumenti.
I sistemi GSM infinity con le dimensioni minori attualmente in circolazione sono assemblati con modem GSM (progettati per trasmettere e ricevere dati, e non suoni) ma presentano comunque dimensioni simili a quelle di un cellulare, quindi 500-700 volte superiore rispetto alle minuscole microspie tradizionali. Il raggio d’azione di una microspia. Questo è un quesito che attira la curiosità di molte persone, spinte a riempire i venditori di domande. Come un comune apparecchio radiotrasmittente, anche per una microspia il raggio d’azione varia continuamente. Questo è normale in quanto incide il fattore di attenuazione. Per non compromettere le piccole dimensioni e l’occultabilità, non è possibile utilizzare potenze elevate di trasmissione; questo dipende in gran parte dall'uso di ricevitori di alta qualità e di antenne specifiche. Ma gli elementi che contribuiscono maggiormente ad aumentare il fattore di attenuazione, e quindi a ridurne la portata, sono la tipologia, l’entità e la presenza di ostacoli ambientali che subentrano fra trasmettitore e ricevitore, disturbandone la chiarezza del suono.
Per dare un’ idea generale di cosa è la propagazione radio fra ostacoli di diverso genere, bisogna immaginare che l'onda radio sia in realtà un suono ascoltabile anche attraverso l’orecchio umano, quindi quest’ultimo diventa il nostro ricevitore; il nostro trasmettitore invece potrebbe essere il rumore di un automobile mentre percorre una strada di montagna. Mentre l'auto si muove dietro ad un rilievo si sentirà un suono debole e poco contenuto anche se la distanza che ci separa dal mezzo è breve. Una grossa parte del suono non giunge in modo diretto ma bensì viene filtrata da altri ostacoli circostanti. Non appena l'auto è visibile a noi, il suono aumenta improvvisamente, e giungerà al massima potenza quando ci passa vicino; si riduce poi in modo graduale se non sono presenti in zona ulteriori rilievi dietro ai quali l'auto si allontana. Non esistono frequenze in grado di assicurare portate estreme.
Le generali tipologie di radio VHF/UHF sono ottimali, mentre la trasmissione in modulazione di frequenza (FM o WFM) è la più appropriata. Non è vantaggioso ritenere le fasce superiori (SHF - GHz) come le maggiormente indicate per ottenere le prestazioni migliori, inoltre il fattore di attenuazione è un principio che incide non solo sugli apparecchi più economici, ma anche sugli apparecchi più costosi. Un altro fattore che incide sul raggio d’azione è la "frequenza operativa", cioè la frequenza radio generata dal trasmettitore; le frequenze libere nell'etere sono in numero limitato. La maggior parte delle gamme radio più adatte sono già utilizzate da servizi pubblici come radio o TV e da servizi privati. Quindi la scelta più appropriata si restringe a circa 50 MHz in gamma VHF e circa 130 MHz in gamma UHF, una quantità di frequenze assai modesta. Un altro luogo comune riguardante la portata dei trasmettitori è che quest’ultima sia proporzionale alla potenza irradiata misurata in milliwatts. In realtà se si raddoppia la potenza in mW di un trasmettitore si ottiene un aumento modesto della portata, in alcuni casi addirittura quasi impercettibile. L'unità di misura più adatta da prendere in considerazione, legata el raggio d’azione, è il "dBm". Se si vuole perciò raddoppiare la portata di un trasmettitore da 10mW (10dBm) servirà un incremento di potenza di circa 190-200mW per arrivare ad una ventina di dBm (10x2 dBm). Nello stesso modo per triplicarla bisognerà incrementare di circa 1000mW (1Watt) pari a circa 30dBm (10x3 dBm). L'incremento di raggio d’azione rapportato ai milliwatts non lineare come per il dBm ma bensì è di tipo logaritmico. La variabilita' del raggio d’azione di un sistema ad onde radio. Se si prende in considerazione un trasmettitore tipo cimice da una decina di milliwatts - 10dBm circa ed un ricevitore di tipo artigianale semiprofessionale:Cosa deve indurre a sentirsi spiati: Dal quando si è diffuso lo spionaggio elettronico in molti hanno provato a definire una serie di situazioni, percezioni o elementi che portano a far sorgere il dubbio di essere controllati, e quindi spiati. A dire il vero queste liste risultano molto spesso poco attendibili, in quanto ci sono molte tecniche di spionaggio elettronico.
Lo spionaggio elettronico inoltre viene quasi sempre supportato dalle tecniche "antiche" dello spionaggio tradizionale (es. pedinamenti, controlli ottici e acustici, accesso visuale a documenti e files, infiltrazioni in ambienti domestici o di lavoro, ecc.). Diverse scelte e modalità tecnico/operative da collegarsi allo spionaggio elettronico non lasciano alcuna traccia e non sono in grado di far sorgere alcun sospetto. Uno dei fattori che generalmente sorge in queste attività è "l'intricazione" e la delicatezza di alcune situazioni: può accadere di assistere ad esempio ad una situazione in cui due coniugi si tengono sotto controllo a vicenda,, entrambi all’insaputa dell’attività dell’altro, o persone che consapevoli di essere spiate diffondono informazioni poco veritiere, fino a situazioni più complesse come stanze interessate addirittura da un doppio controllo da parte di soggetti ignari delle attività dell'altro.
Molto è legato inoltre all'accortezza e alle abilità di chi effettua il controllo: ma senza ombra di dubbio, a differenza del passato quando le tecnologie investigative erano difficili da trovare, e quindi poco note, costose e poco affidabili, oggi in molti hanno acquisito familiarità e praticità con apparecchi dalle dimensioni sempre più piccole, affidabili ed economici: è raro che subentrino errori manipolando cimici o microspie, esse infatti vengono costruite in modo da poter essere facilmente utilizzabili da tutti… Da un altro punto di vista queste tecnologie hanno assunto rilevanza in campo mediatico e notorietà che contribuiscono sempre più alla loro grande diffusione.
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